D. Ciotti sull’assassinio di d.Roberto a Como

da “La Stampa” del 16 settembre 2020

 

“Don Roberto come Pino Puglisi: un martire in un mondo ingiusto. Tocca a noi reagire all’emorragia di umanità”

Oggi è il 15 settembre, giorno in cui ventisette anni fa – simbolica coincidenza – venne ucciso a Palermo don Pino Puglisi, oggi beato. La parola «martire» deriva da un verbo greco che significa testimoniare. Testimonianza figlia di una fede così profonda da non indietreggiare neanche di fronte al rischio di perdere la vita.

Martiri sono le persone che per non perdere sé stesse, la propria integrità morale, i valori che guidano la loro esistenza, non temono di mettersi in gioco. Don Roberto era una di queste. Lui viveva nelle relazioni e per le relazioni. Credeva nel «noi», non nell’io. Ma le relazioni vere non sono mai protette e possono esporci al rischio dell’imprevisto, del malinteso e anche, come nel caso di Roberto, del gesto inconsulto e omicida. Resta il fatto che don Roberto è morto ma continua a vivere in tutti quelli che ha sorretto, coperto, nutrito. Era uno che viveva il Vangelo nel solo modo in cui il Vangelo chiede di essere vissuto: radicalmente.

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